La Scuola del Futuro: energia, emissioni e rifiuti zero

(di Gian Carlo Magnoli Bocchi)

Carlo Magnoli affronta il tema della scuola del Futuro vista come una micro centrale energetica caratterizzata da efficienza e sostenibilità, dall’uso di energie rinnovabili e in grado di produrre più energia dei suoi reali consumi.

Le Scuole, gli edifici in cui i cittadini del futuro passano gran parte del loro tempo durante la fase della crescita culturale e valoriale, sono freddi d’inverno e caldi d’estate, contribuiscono insieme ad altri edifici inefficienti ad aggravare il bilancio emissivo delle nostre città, hanno spesso strutture che necessitano di adeguamenti strutturali in termini di sicurezza … in sintesi non danno sempre il “buon esempio”, come invece sarebbe auspicabile.

Ogni nuovo progetto scolastico potrà vivere all’interno di un “contenitore” è aperto 24/7e funzionerà come un centro civico e culturale, a servizio dei bambini al mattino e a disposizione della comunità locale nel pomeriggio.  La scuola sarà teatro di Summer Schools durante le vacanze estive e Winter Schools durante le vacanze invernali, può esserecinema di qualità nelle serate d’inverno, laboratorio per i giovani, biblioteca, incubatore di idee. L’edificio sarà “NET-Positive”: genererà energia invece di consumarla e produrrà costantemente cultura La palestra, i laboratori, la biblioteca e i luoghi di ristoro saranno pensati per essere aperti e anch’essi laboratori di crescita sociale e culturale anche quando la scuola è chiusa, fruibili sino a tarda sera e nel week-end e generatori di indotto occupazionale.

Il linguaggio architettonico dovrà ispirarsi alla bio-mimesi, ovvero al mutuare forme aero-e-fluido-dinamiche, ergonomie e principi eco-sistemici, dal patrimonio di soluzioni che “Madre Natura” ha accumulato in 3,7 miliardi di anni. Forme fluide e naturali, motivate sia dalla “anatomia” sia dalla “fisiologia” dell’edificio, possono infatti suggerire i principi di una nuova estetica moralmente responsabile e non celebrativa e garantire il miglior utilizzo, alte prestazioni e benessere grazie anche all’uso di materiali “bio”, non inquinanti e facilmente manutenibili.

La morfologia eco-sistemica del progetto comunica e promuove lo sviluppo di:

  • capacità e non nozioni
  • creatività interdisciplinare e non suddivisione in discipline e materie insegnate come distinte tra loro;
  • capacità di comprendere la complessità;
  • capacità di perseguire la prestazione

In poche parole: adattabilità, comunicazione, auto-organizzazione, pensiero sistemico;

Il verde dovrebbe ispirarsi ai principi del “terzo paesaggio” per valorizzare la spontaneità della natura a costi di manutenzione e gestione vicini allo zero.

Le coperture verdi potranno ridurre l’effetto isola di calore, contenere i consumi degli edifici sottostanti e tentare un dialogo sia visivo sia funzionale con il paesaggio circostante. I pendii delle coperture, per massimizzare l’uso del suolo occupato in pianta potranno essere attrezzati per consentire attività differenziate: aule all’aperto, orti didattici, percorsi vita, spazi per la meditazione e la dialettica.

L’impronta carbonio dell’edificio dovrà essere a impatto zero. Ogni nuova scuola potrà essere un edificio a “Energia, Emissioni e Rifiuti Zero”, grazie a bassissimi consumi e all’utilizzo di energie rinnovabili (ad es. solare termico e fotovoltaico) e quindi superare addirittura il concetto nZEB perché sarà in grado di produrre più energia dei reali consumi: una micro centrale energetica che, se replicata, potrebbe contribuire a ridurre la dipendenza dei nostri territori. Nel progetto, l’utilizzo di materiali riciclati e riciclabili, ispirati ai principi del “from Cradle to Cradle”, con impiantistica a emissioni zero, permetteranno che l’edificio contribuisca con valore aggiunto all’ecosistema circostante e funzioni grazie alla fotosintesi, proprio come un vegetale, con superfici che captano la luce e la trasformano in energia per il massimo confort interno, zero emissioni e un Δ di produzione utile che può essere ceduto alla rete.